Una tenuta imperiale fuori porta: la Villa di Massenzio
Passeggiando in una delle aree evocative dell'antica Roma, ripercorreremo la storia dell'imperatore Massenzio, fino alla sconfitta di Ponte Milvio. Per partecipare alla visita è necessario presentarsi muniti di mascherina. Il tour sarà effettuato mantenendo la distanza di sicurezza di 1 metro.

VISITA GUIDATA: 12€ inclusi eventuali auricolari
DURATA: 1H 30
INFO: 334 7401467
N.B. Il numero massimo di partecipanti è di 15 persone. Per partecipare alla visita è necessario presentarsi muniti di mascherina. Il tour sarà effettuato mantenendo la distanza di sicurezza di 1 metro tra i partecipanti, secondo le norme vigenti. Si avvisano i partecipanti che, per motivi di sicurezza, nominativi e recapiti saranno trattenuti dall'Associazione per il mese successivo allo svolgersi dell'attività.
Massenzio, autoproclamatosi Augusto d’Occidente estromettendo dal governo il padre Massimiano, è noto oggi soprattutto come lo sventurato avversario di Costantino nella battaglia di Ponte Milvio. Massenzio, però, non fu solamente il rivale sconfitto di Costantino, ma fu soprattutto l’ultimo imperatore a risiedere stabilmente a Roma.
Durante il suo regno, tra il 306 e il 312, la città venne restaurata e dotata di nuovi complessi edilizi, basti pensare alla monumentale Basilica di Massenzio, che domina ancora oggi il profilo del foro romano.
Sempre a lui si deve l’erezione di una delle residenze più suggestive della campagna romana, tra il II e il III miglio dell’Appia Antica. La residenza è costituita da 3 nuclei edilizi: il circo, le cui torrette sono la parte meglio conservata e più tipica dell’area archeologica, il palazzo, oggi non visitabile, e il mausoleo dinastico, progettati in una inscindibile unità architettonica per celebrare l’imperatore.
Durante la visita, ricostruiremo insieme la struttura e l’aspetto di questa magnifica residenza antica e approfondiremo la storia di Massenzio, i suoi progetti, e il suo triste destino, passeggiando in uno dei luoghi più densi di memorie e più evocativi del parco archeologico dell’Appia.