Nota soprattutto per il suo amore passionale per il Duce, la Sarfatti fu la promotrice dell'arte italiana degli anni '20. Da "dominatrice" e guida di Mussolini a perseguitata per motivi razziali, scopri con noi la sua storia! Per partecipare alla visita è necessario presentarsi muniti di mascherina. Il tour sarà effettuato con l'utilizzo di auricolari per mantenere la distanza di sicurezza di 1 metro.

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Costo: € 12,00
Durata: 1,30 H

VISITA GUIDATA: 10€ + 2€ per gli auricolari

DURATA VISITA: 1h30

INFO: 334 7401467

N.B. Il numero massimo di partecipanti è di 15 persone. Per partecipare alla visita è necessario presentarsi muniti di mascherina. Il tour sarà effettuato con l'utilizzo di auricolari per mantenere la distanza di sicurezza di 1 metro tra i partecipanti, secondo le norme vigenti. Si avvisano i partecipanti che, per motivi di sicurezza, nominativi e recapiti saranno trattenuti dall'Associazione per il mese successivo allo svolgersi dell'attività. 

 

Il nome di Margherita Grassini Sarfatti (Venezia, 8 aprile 1880 – Cavallasca, 30 ottobre 1961) è legato nel nostro immaginario a quello di una colta e importante critica d’arte italiana, ma anche alla sua ventennale relazione con Benito Mussolini da cui, il futuro duce del regime fascista, ebbe aiuto nella sua affermazione sociale. 

Definita la “Peggy Gugghenheim” italiana, iniziatrice di un importante ed esclusivo salotto culturale a Milano a partire dagli anni venti nel bel palazzo al n.93 di Corso Venezia, era circondata da un’aura di grande intellettualismo e classe.  Nata da una facoltosa famiglia di origini ebree a Venezia, Margherita Grassini si era formata leggendo avidamente testi di filosofia e critica letteraria, accrescendo il suo corredo culturale anche con la fervida adesione ai valori socialisti incarnati nella figura di Anna Kuliscioff fin dal 1912. Una femminista ante-litteram convinta del grande potere incarnato dall’Arte come motore rivoluzionario.

La conoscenza di Benito Mussolini, avvenuta nel 1912 – allora dirigente del PSI e in procinto di diventare direttore de L’Avanti! – e il coinvolgimento passionale tra i due, porterà la Sarfatti a divenire una delle maggiori sostenitrici del duce ( nel 1918 diviene redattrice de Il Popolo d'Italia, quotidiano fondato e diretto dal Benito Mussolini), una sorta di “mentore” per il futuro dittatore. Come scrive Corrado Augias nella prefazione al catalogo della mostra tenutasi a Roma nel 2020 “(…) per certi aspetti era lei a dominare, quanto meno ad essergli abile guida nel suo apprendistato al mondo”.

 Nel 1924  pubblicherà la biografia di Benito Mussolini intitolata “ Dux”, che lo stesso duce revisiona accuratamente; un successo letterario di cui la Sarfatti - durante il suo “esilio” in Paraguay iniziato nel 1938 a causa delle leggi razziali e in seguito alla fine della sua relazione appassionata con Mussolini – arriverà a criticare in“ My Fault”, un memoriale della sua “ colpa” di aver condiviso il ruolo di “seconda moglie” del duce, di essere stata la sua prima e più fiera sostenitrice. 

Margherita Sarfatti tornerà in Italia nel 1947 e non citerà mai in pubblico il suo passato, vivendo appartata nella sua villa di Como dove si spegnerà nel 1960. 

Il racconto che vi proporremo sarà costituito da un itinerario tra alcuni luoghi che l’hanno vista protagonista negli anni Trenta quando venne a vivere a Roma, corredato da una consistente carrellata di immagini e opere d’arte che la Sarfatti-collezionista d’arte fece suoi nel corso della sua storia da promotrice fondamentale della cultura nell’Italia degli anni Venti.  

Appuntamento: Viila Torlonia, Via Nomentana 70

Per questa visita il luogo dell'appuntamento è raggiungibile alle coordinate GPS presenti nel link in basso; è consigliabile presentarsi 15 minuti prima dell'inizio della visita per espletare tutte le formalità del caso

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